Visibilità

Lezioni americane di Italo Calvino
Lezioni americane di Italo Calvino

Non ricordo bene cosa Italo Calvino dicesse a proposito della visibilità nelle sue Lezioni Americane. Quel libro, in una meravigliosa edizione cartonata Garzanti trovata in una libreria remainder (ricordo anche quale), non è sullo scaffale su cui mi sarei aspettato di vederlo. Sono un po’ in pensiero.
Ricordo che quel pezzo si apriva citando un verso del Purgatorio di Dante. Un verso che diceva (più o meno) “Poi piovve dentro a l’alta fantasia”. A sottolineare la fisicità delle storie, anche quando sono solo parole e pensiero: la fantasia è un posto dove ci piove dentro.
Ricordo anche che Calvino parla di due transizioni che rendono possibile la visibilità: quella che porta dalla parola all’immagine (quando ascoltiamo una storia o leggiamo un libro e ci figuriamo i volti, i corpi, gli ambienti), e quella che va dall’immagine alla parola (quando scriviamo la Divina commedia, cosa che, potenzialmente, potrebbe accadere a ciascuno di noi).

Qualche tempo fa mi è comparsa una macchia sull’occhio destro. Una cicatrice sull’epitelio che la sfiga ha disposto con precisione micrometrica proprio al centro del campo visivo. Come ci sia arrivata è una storia lunga e noiosa e te la risparmio. Ti basti sapere che la cicatrice (immaginati una macchia bluastra e circolare) è esattamente nel punto in cui metto a fuoco e quindi mi fa vedere male.
Un sacco di oculisti si sono alternati nelle analisi e nella compilazione della fattura, di volta in volta sempre più pesante di zeri e di inchiostro.

Il copione che ho imparato a memoria:
– Dottore, leggere mi è sempre più difficile
– Eh… Lo so. E’ una sfortuna con cui si deve convivere. Mi dispiace molto. [fa l’espressione affranta]
– Certo, ho capito. Ma ho proprio la sensazione che l’occhio che dovrebbe essere sano ci veda meno.
– Già. Si affatica presto. Perché è un organo che da solo deve sopperire alle funzioni solitamente esercitate da una coppia. Mi dispiace molto. [fa l’espressione affranta]
– No, guardi. Non parlo di fatica. Parlo proprio di vista.
– Deve imparare a conviverci. Mi dispiace molto. [fa l’espressione affranta]

Quando finalmente ho deciso di spendere meno per la visita e di più per i risultati benefici, mi sono recato da un ortottico, un tecnico della vista, e gli ho detto: “Senta, quest’occhio è fottuto. E va bene: dispiace a entrambi molto [faccio l’espressione affranta che ho imparato a emulare], ma cerchiamo di frenare il cordoglio. Mi visita, per favore, e mi dice se ho bisogno di occhiali?”
Ho scoperto che il tempo si è accanito su di me e sul mio cristallino (qualunque cosa sia) e che sono diventato presbite. Non riesco a mettere a fuoco da vicino e ho bisogno di un paio di occhiali per leggere e per stare al computer.
Ora indosso un paio di occhiali, sono ufficialmente un anziano e i libri hanno ricominciato ad avere senso.

Un anziano signore con gli occhiali
Un anziano signore con gli occhiali

Nello stesso giorno in cui mi sono arrivati gli occhiali, sul tavolo del soggiorno ho trovato un pacco di play.com: conteneva Asterios Polyp di David Mazzucchelli. Un libro (bellissimo) che ha a che fare con la visibilità. E’ necessario che te ne parli.

10 pensieri su “Visibilità

  1. beh però, la copertina e gli “interni” di Asterios (che sì, deve essere un libro bellissimo) potrebbero affaticare ulteriormente i tuoi occhi… (ti risparmio l’espressione affranta resa con l’emoticon perché poco sopporto sti simboletti)

  2. Asterios Polyp è molto, molto bello.
    Ma anche tu, con gli occhiali, acquisti un certo fascino.
    Quel libro e tu avete un solo rischio: sembrare molto, molto intellettuali.

    ms

  3. @undulant: C’è qualcosa (non ho ancora capito cosa) nel finale che non funziona. Però è fichissimo. Sono proprio fortunato. Ho letto nella stessa settimana la signorina else e asterios polyp.

    @ms: come hai fatto a mettere il gravatar? Che noi intellettuali non ci riusciamo. (cioè… io credevo di avercelo messo, ma non compare)

  4. Dai, la citazione di Calvino ti è tonata in mente perché guardavi il fanale satellitare Fantasy. Confessa

  5. Sento che non dovrei chiedertelo.
    1. Cos’è il fanale satellitare Fantasy?
    2. Perché avrei dovuto citare calvino dopo verlo visto?
    3. Perché ti firmi micgin? Lui ha un account wordpress, specifica il suo indirizzo di mail vero e non sta a Scandiano o dintorni (ah… qui si vedono gli indirizzi ip)

  6. Sia chiaro: non ne ho idea.
    Forse ho pigiato il bottone tante, tante volte?
    O forse mi sono iscritto direttamente sul sito di gravatar.
    O forse un geek si è impossessato di me in una notte di sonnambullismo.

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